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Direzione romana 28 aprile: la mia relazione d’apertura

Relazione del Segretario Andrea Casu assunta dalla Direzione del Partito Democratico di Roma del 28 Aprile 2023


Carissime democratiche, carissimi democratici, grazie Presidente, grazie Sibi. E grazie alla Presidente del Consiglio Comunale al tuo fianco, Svetlana Celli, e con lei a tutti i consiglieri e le consigliere comunali che anche oggi hanno deciso di partecipare ai nostri lavori.


Abbiamo garantito una connessione Zoom streaming per consentire anche a coloro i quali non sono adesso a Roma, a tutte e a tutti i delegati, alle segretarie e ai segretari dei nostri circoli e dei municipi di poter partecipare a questa giornata, che è una giornata fondamentale, importantissima per la nostra comunità.


È un giorno che attendevamo da tempo e che cade in un momento particolarmente importante perché questa che stiamo vivendo forse è la settimana più importante dell’anno politico per la nostra comunità, perché è una settimana di festa e di lotta, che unisce la nostra storia e il nostro futuro. Si apre idealmente il 25 aprile e il 25 aprile lo abbiamo visto anche quest'anno quanto sia importante: è la Festa della Liberazione dal nazifascismo ma anche nel momento in cui ci ricordiamo il valore della Resistenza, il valore della nostra storia partigiana.


A Roma poi è un giorno ancora più importante perché c'è come un sentiero ideale che ci conduce qui dal 24 marzo quando ricordiamo le Fosse Ardeatine, quest'anno per la prima volta dopo il COVID siamo stati in presenza per sentire, insieme al Presidente della Repubblica Mattarella, scandire quei 335 nomi, la più grande strage di innocenti che è avvenuta nella nostra città in epoca recente; il rastrellamento del Quadraro del 17 aprile; e infine il grande momento che ci ricorda il giorno della Liberazione.


Ecco è importante perché si apre con il 25 aprile ma è anche importante perchè si conclude con il primo maggio che è la Festa del Lavoro, la Festa di tutte le Lavoratrici e di tutti i Lavoratori. Oggi è il 28 aprile e penso che non dobbiamo dimenticare che è la Giornata della sicurezza sul lavoro e quanto sia importante, fondamentale per il nostro impegno collettivo, per la nostra comunità, ricordarci di quella strage quotidiana, di quelle tre persone ogni giorno che escono di casa e non tornano perché muoiono mentre stavano lavorando, 1.090 nell'ultimo anno. Una tragedia infinita che dobbiamo fermare.


Qui al nostro fianco abbiamo ancora la bandiera dell’Ucraina perché purtroppo l’invasione di Putin è ancora in corso. Non dobbiamo dimenticarlo e continuare a garantire sempre il nostro sostegno all’Ucraina e impegno per la Pace.


Al tempo stesso è importante non dimenticare mai che purtroppo ci sono numeri da bollettino di guerra anche nel nostro Paese e sono i numeri delle morti sul lavoro. Un conto di morte che dobbiamo fermare al più presto.


Ecco, durante queste giornate così importanti c'è anche un'occasione collettiva per tutti noi che si ripete tutti gli anni, quest'anno con alcuni elementi di differenza e io vorrei partire proprio da qui nel mio intervento e nei nostri lavori e nell’avvio del nostro Congresso.


Perché il 25 aprile, il primo maggio non sono solo momenti fondamentali dell'agenda politica e sociale ma sono anche delle occasioni. Sono ogni anno delle occasioni in cui tutti e tutte insieme usciamo dalle nostre sedi e incontriamo nelle piazze, nelle manifestazioni, nei cortei tante, tantissime persone: persone che ci hanno votato, persone che non ci hanno votato, persone che hanno partecipato a percorsi di partiti diversi, movimenti diversi.


Io voglio ringraziare in apertura dei nostri lavori Piero Latino, segretario di Articolo Uno di Roma, è qui con noi insieme a Gianluca Martone in rappresentanza di POP. Sono qui al nostro fianco persone che non fanno parte del Partito Democratico ma che hanno raccolto con noi la sfida dell'Italia Democratica e Progressista, hanno raccolto con noi la sfida del nostro Congresso e ora sono entrati in questo processo costituente del nuovo partito democratico insieme a noi e dovranno essere, sono parte di questo processo che si è svolto a livello nazionale, che oggi si avvia a livello romano insieme al livello regionale.


Quando noi incontriamo queste persone nei cortei, quando le incontriamo alle manifestazioni, lo abbiamo sempre visto con alcuni di voi, li ringrazio, che coraggiosamente, orgogliosamente hanno sempre portato il Partito Democratico e i Giovani Democratici in piazza, penso al corteo da Largo Bompiani fino alla manifestazione di Porta San Paolo o negli altri, tantissimi appuntamenti diffusi che abbiamo organizzato, perché ogni anno veramente siamo protagonisti di queste giornate nella nostra città, noi ci accorgiamo sempre anche del clima che c’è intorno a noi e io penso che quest’anno l'abbiamo vissuto, sentito, tutti.


Intorno a noi c’è un ritrovato clima di ottimismo, di fiducia, di speranza da parte di una comunità politica vasta che va oltre i confini dei nostri iscritti e io penso che noi dobbiamo considerare questo un patrimonio molto prezioso che non era scontato all'indomani della sconfitta del 25 settembre.


Questo ci fa pensare che quello che avevamo cominciato a fare prima della sconfitta con la segreteria Letta, e abbiamo continuato a fare dopo, sia il percorso giusto: un percorso di apertura, un percorso di coinvolgimento di nuove energie e anche la capacità di essere l'unico partito che ha avviato un percorso di riflessione collettiva sul futuro dopo le politiche. Abbiamo fatto un Congresso, abbiamo fatto le primarie, c'è stata una grandissima partecipazione. Oggi abbiamo una nuova segretaria nazionale Elly Schlein che sta costruendo insieme alle tante persone che l'hanno votata e anche a quelli che non l'hanno votata una nuova fase politica per il Partito Democratico e per il centrosinistra.


Questo clima così bello, così importante, si scontra però con un’altra fase che stiamo vivendo, che è quella oltre noi.

E quando dico oltre noi non dico solo oltre la comunità delle iscritte e degli iscritti del Partito Democratico, dei partecipanti alle primarie, delle forze politiche che noi stanno soffrendo questo percorso. Dico che quello che sta avvenendo nel Paese, c'è un clima pesante, la prossima settimana avremo alla Camera il DL che è arrivato dopo la strage, la tragedia immensa di Cutro che è stata per questo governo l’ennesima occasione per calpestare i diritti umani che avevamo già visto con il decreto ONG, come il decreto Rave che è stata l’occasione per limitare i diritti politici, lo abbiamo visto sui diritti dei bambini e delle bambine, delle donne, dei più giovani, lo stiamo vedendo in tutti i campi: tutte le bandierine che la destra sta issando sulle ferite della società, sulla pelle dei più fragili.


Ecco di fronte a tutto questo, di fronte a tutto quello che sta avvenendo, nelle istituzioni ma anche nella società, anche nelle comunità, quello che noi stiamo costruendo attraverso il nostro percorso collettivo, anche attraverso il nostro congresso è l'unico argine democratico possibile ed è una grande responsabilità per tutti e tutte noi.


Penso che noi dobbiamo entrare in questa fase congressuale che si apre oggi per il Partito Democratico di Roma, per l'Italia Democratica e Progressista della Capitale con una doppia consapevolezza.


Il clima positivo che si sta respirando intorno a noi, come stiamo interpretando questa nuova difficile fase che ha un valore, noi avremo questo primo maggio da vivere al fianco dei lavoratori, da vivere attraverso tante iniziative, tante manifestazioni all'opposto di come lo vivrà questo governo che invece ha convocato i sindacati strumentalmente poche ore prima di presentare un decreto non per condividerlo ma semplicemente come ennesima mossa a effetto demagogico senza rispetto per i lavoratori, per i rappresentanti dei lavoratori; al tempo stesso con la consapevolezza di quanto sia invece difficile il clima generale e politico che si sta generando. Lo abbiamo visto sulla nostra pelle nell’ultima battaglia politica delle regionali, perché nonostante il grandissimo sforzo di tutte le forze della coalizione, nonostante il grandissimo sforzo di Alessio D'Amato, nonostante il lavoro di ciascuno di noi, ringrazio i candidati, tutti e tutte, quelli che sono stati eletti e quelli che non sono stati eletti, tutte le persone che si sono impegnate.


Penso che per farlo, per farlo al meglio dobbiamo entrare dentro questo Congresso anche aprendoci a un confronto vero su quella che è stata la nostra storia recente del Partito Democratico di Roma.


Dobbiamo farlo senza ignorare, senza cancellare, senza rimuovere nulla di questi anni, senza rimuovere le luci e le ombre perché tutto questo ci può aiutare a capire, a valutare ma senza mai chiudere gli occhi di fronte ai dati di fatto perché ci sono delle interpretazioni, ci sono le letture che ciascuno di noi dà agli eventi.


Ma poi ci sono anche dei dati di fatto. Ecco quando ormai alcuni anni fa - perdonatemi un po' di emozione nel ricordare l’inizio di questo viaggio, tutto l'entusiasmo, la voglia di gettare il cuore oltre l'ostacolo che ci fu in quel momento - sono diventato segretario, nel luglio 2017, c'erano alcuni dati di fatto: il sindaco di Roma era Virginia raggi, governavamo solamente due municipi delle zone centrali.


Oggi, alla fine di questo percorso, guardiamo al futuro avendo ribaltato completamente questo dato. Siamo nella nostra città al governo del Campidoglio, abbiamo vinto in tutti i municipi tranne uno, purtroppo il sesto municipio dove non siamo riusciti ad arrivare per una manciata di voti al ballottaggio. Se lo avessimo fatto probabilmente avremmo vinto anche in sesto municipio e nel parlarne guardo Svetlana per l’amarezza che ha rappresentato questa sconfitta per noi e per chi è stato protagonista nelle battaglie di quel territorio.


Credo che il primo obiettivo che ci vogliamo porre adesso è quello di essere consapevoli che se abbiamo raggiunto collettivamente questo risultato è perché abbiamo avuto un obiettivo, coniugare sempre la nostra azione, la nostra dialettica interna, le iniziative che abbiamo portato avanti come Partito Democratico con la volontà di costruire intorno a noi le condizioni di una coalizione sociale e politica quanto più ampia possibile senza mai rinunciare alla nostra identità, alla nostra storia, al nostro simbolo ma consapevoli che per tornare a vincere dovevamo riuscire ad andare oltre.


Se pensiamo poi a quella che sono state le tappe di avvicinamento, guardo anche le persone che sono state al mio fianco nella costruzione di quel momento, penso all’inizio del riscatto con le vittorie in III e VIII municipio, tutte le difficoltà, le primarie, gli esiti delle primarie, poi la campagna elettorale tutti insieme. E poi la grande battaglia politica verso Roma 2021. Era arrivato nel frattempo un fatto enorme dopo le suppletive in cui abbiamo eletto Roberto Gualtieri, anzi durante le suppletive arriva il covid, la tragedia che ha sconvolto completamente le nostre vite e durante quella tragedia la nostra voglia di non spegnere l'impegno politico, le notti infinite che abbiamo trascorso per costruire su Zoom la coalizione, per costruire una carta d’intenti, per cercare di partire dai contenuti e dai valori senza rinunciare mai al momento poi del confronto su chi doveva interpretarlo, ma cercando di mettere a monte del confronto sui nomi, l'idea della costruzione di una prospettiva collettiva, la nostra idea di futuro per la città. Poi la sfida delle primarie, dentro le primarie la nostra scelta unitaria di mettere in campo la candidatura di Roberto Gualtieri, una candidatura forte che competeva in uno scenario difficilissimo.


A volte lo dimentichiamo ma mentre noi cercavamo di costruire un centrosinistra quanto più ampio possibile a livello nazionale, qui a Roma competevano con una doppia competizione al massimo livello contro: da un lato Virginia Raggi che rappresentava la sindaca uscente del Movimento 5 Stelle, quindi il Movimento 5 Stelle al massimo della forza politica amministrativa che poteva mettere in campo e dall'altro lato Carlo Calenda che stava costruendo un nuovo percorso, che veniva da un'esperienza con noi e che si candidava lui stesso come sindaco, quindi anche il futuro cosiddetto terzo polo al massimo della sua forza.


Io non dimentico quanto era difficile quel momento. Quella battaglia è una battaglia che siamo riusciti a portare avanti dentro le primarie, la campagna elettorale, la costruzione della coalizione, il risultato.


E dopo quella vittoria nei fatti ci siamo resi conto di quanto fosse giusta la scelta di un PD che costruiva le condizioni di una candidatura forte e unitaria per aprire e coinvolgere altre energie, un profilo del calibro di Roberto Gualtieri che collaborando con gli altri vertici istituzionali, lo abbiamo visto nei primi mesi di questa fase politica del Campidoglio, con il Governo Draghi, con la giunta Zingaretti, ha affrontato delle questioni cruciali con una forza che negli anni precedenti, pensiamo solamente all’esperienza di Virginia Raggi dove ci ha portato, non si era vista. La Capitale era sparita dall’agenda politica ed è prepotentemente tornata protagonista.


La capacità di aprire una discussione sui poteri e sulle risorse di Roma, su quella che doveva essere la riforma che attendiamo da troppo tempo: cade il Governo Draghi quando noi, poche ore dopo, dovevamo votare alla camera la proposta di riforma sui poteri della Capitale.


Non dimentichiamo a che punto eravamo arrivati. Non solo. Penso al tema della collaborazione per dotare Roma di un piano rifiuti che non c'era, penso alla fatica che abbiamo fatto sgolandoci all'opposizione per pretendere che Roma avesse finalmente una sua strategia per chiudere il ciclo dei rifiuti. Anche come partito di Roma abbiamo partecipato, abbiamo fatto addirittura l'unico referendum degli iscritti della storia del Partito Democratico proprio su questo tema e sul tema cruciale della mobilità. Abbiamo votato in direzione il sostegno al Piano Gualtieri. Questo lungo percorso ci ha portato a rialzarci, dall’essere una città piegata, dall'essere completamente in ginocchio e aver rinunciato perfino alle Olimpiadi nella consiliatura precedente, ora possiamo guardare con speranza a quelli che sono gli obiettivi del futuro, penso al Giubileo del 2025 che significa aprire la città al mondo e anche rifare le strade, sono già partiti i cantieri, che significa fare le opere che servono anche ai romani non solo alle persone che vengono nella città, penso all’EXPO 2030, al Giubileo Straordinario per il bimillenario della morte di Cristo nel 2033. Un appuntamento con la storia che arriva dopo duemila anni.


Noi con la stessa forza e lo stesso orgoglio con cui dobbiamo rivendicare questo avvio, questo cambio di passo, dobbiamo anche renderci conto che rispetto a quella fase, lo scenario politico è profondamente mutato. Purtroppo non abbiamo più Mario Draghi al governo, non abbiamo più i nostri ministri a sostenere quell'azione su temi cruciali per la Capitale ma abbiamo Giorgia Meloni a Palazzo Chigi e la regione oggi è guidata da Francesco Rocca, su questo tema ho fatto abbastanza in campagna elettorale sapete tutti cosa penso di Rocca, della sua storia, del suo impegno, di quello che può fare per questa regione ma oggi è lui il presidente e dobbiamo fare i conti con la realtà. Per il bene di Roma dobbiamo riconoscere che la collaborazione politica, la collaborazione istituzionale, il lavoro che abbiamo avviato adesso si confronta con un nuovo scenario.


C'è un grande tema: come possiamo rafforzare l'operato della nostra coalizione per rilanciare in questo nuovo scenario, non solo l’azione politica dei nostri eletti ed elette che ringrazio ancora una volta, ma la forza di quell'alleanza politica sociale che ci aveva consentito di vincere nel 2021 per riuscire a vincere le elezioni del 2026?


Questo è il grande tema che abbiamo di fronte e mi pare che nella stessa identica direzione delle cose che stiamo dicendo in queste ore si stia valutando in Campidoglio, per la metà di maggio, di chiamare tutta la coalizione a una riflessione politica pubblica sulla nuova fase. Penso che possa essere un'iniziativa molto utile, penso che ce ne sia bisogno e penso che possa dare anche un contributo prezioso al nostro congresso perché noi siamo l'anima, l'architrave di questa esperienza di governo e il fatto che si apra un confronto su come portarla avanti in una nuova fase politica profondamente mutata può essere un elemento fondamentale anche per il nostro percorso congressuale.


In questa discussione mi sono limitato a una breve cronistoria delle battaglie che abbiamo combattuto nella città e per la città, a parlare di appuntamenti, elezioni che hanno riguardato Roma, il governo di Roma, i nostri municipi, i nostri territori. Non ho aperto il capitolo delle battaglie regionali, nazionali, dei congressi, dei mille appuntamenti che abbiamo vissuto. Sarebbe una grande emozione per me farlo, però dobbiamo anche concludere questa relazione e non la concluderemmo oggi se dovessimo affrontarli tutti. Penso peró che sia giusto che nella sede romana si affronti questo. Abbiamo raccolto successi e affrontato difficoltà legate anche alla nostra vita di comunità, alla nostra organizzazione. Una cosa a cui tengo particolarmente è che siamo sempre riusciti, tranne nell’anno più difficile della pandemia, a fare la Festa dell’Unità.


Penso che le Festa dell'Unità sia anche una grande occasione politica. Ringrazio tutte le volontarie e i volontari che anche in condizioni difficilissime l'hanno animata. L'abbiamo difesa anche quando era difficile da fare e siamo riusciti l'anno scorso a riportarla alle Terme di Caracalla. Penso che sia un grande risultato collettivo, che sia qualcosa che dobbiamo riuscire a portare avanti. Penso alla vicenda dei circoli e ringrazio tutte le segretarie e i segretari che tra mille difficoltà sono riusciti a tenerli aperti non solo i territoriali, anche i circoli del lavoro, i tematici.

Abbiamo aperto tantissimi circoli del lavoro, lo abbiamo fatto anche durante il Covid, ai circoli di lavoratori, di lavoratrici della sanità che hanno svolto un ruolo importante, altri circoli del trasporto altri circoli, abbiamo aperto un circolo sulla sicurezza del lavoro. Continuano ad arrivare richieste, l'ultimo che mi è arrivata e che presento oggi alla Direzione è di un gruppo di giovani che vuole costruire un circolo sulla formazione e sulla formazione per l'inserimento al lavoro. Un’iniziativa importante che rafforzerà il nostro impegno su tema cruciale.


È bello vedere un partito democratico che torna a radicarsi nel mondo del lavoro e si apre al contributo dei più giovani. Noi questo abbiamo fatto e consegneremo. Abbiamo bisogno di un nuovo gruppo dirigente, rinnovato nella nuova fase politica, che raccolga il testimone di quelle forze che hanno contribuito alla costruzione del partito democratico a Roma, nei municipi, nei circoli, nei territori, ma che oggi hanno un altro ruolo, sono entrati al governo della città, nei territori dei municipi. Quando guardo le vecchie chat che avevamo creato e le scorro, scopro che chi aveva una responsabilità di partito, oggi è nella grande squadra che abbiamo messo al servizio della città e mi rendo conto della straordinaria impresa che abbiamo compiuto.


Ora per aiutare, per consolidare l'esperienza di governo della città e dei territori dobbiamo svolgere quella funzione necessaria, cruciale che deve svolgere il nostro partito. Il nuovo gruppo dirigente avrà anche una responsabilità non semplice che è quella di portare avanti un imponente percorso collettivo di risanamento. Voglio ringraziare il tesoriere Renato Palmisano perché, oltre a prevedere tutta l'organizzazione per la giornata di oggi, mi ha dato anche un aggiornamento sulle ultime novità che voglio condividere con voi, poi ci sarà la direzione sul bilancio, ci saranno passaggi formali, però penso che in un momento in cui stiamo entrando in una nuova fase, è importante anche ricostruire determinati passaggi economici.


Il debito che abbiamo quantificato nel 2018 quando dopo un lungo percorso, era pari oltre 2,8 milioni di euro, nel 2022 l'ultimo bilancio ha portato il nostro debito a poco più di 1,6 milioni di euro. Questo vuol dire che in cinque anni abbiamo risanato circa 1,2 milioni di euro, a questo si somma un'ulteriore azione, ringrazio Renato per averla portata avanti, che speriamo di poter concludere e consegnare al nuovo gruppo dirigente, come già depositata, che è quella della rottamazione delle cartelle del debito con l'agenzia delle entrate. Sapete che, in questo momento, una parte molto imponente, oltre un milione di euro è legata al debito con l’agenzia delle entrate è che noi stiamo pagando con una rata molto alta. Questa rottamazione potrebbe portare questo debito a 800.000 euro e consentire di alleggerire il nostro bilancio di ulteriori 350.000 euro circa di debiti.


Se riusciamo con la rottamazione a concludere questa operazione il nostro debito dovrebbe scendere ulteriormente ed essere abbattuto in soli 5 anni di oltre 1,5 milioni di euro. Chiaramente è ancora una cifra enorme, ancora un limite grandissimo perché noi, immaginate cosa avremmo potuto fare potendo investire una simile cifra nell’azione politica invece che nel pagare debiti che abbiamo ereditato, ma è una scelta politica che rivendico perché anche dalla scelta politica di pagare i nostri debiti abbiamo avuto anche un risultato in termini di credibilità in questa città che non dobbiamo assolutamente disperdere.


Però è chiaro che è un peso molto grande programmare il futuro sapendo di avere questo peso sulle proprie spalle. Dobbiamo rinnovare i nostri gruppi dirigenti a livello romano sapendo che porteranno un peso più leggero di quello che abbiamo sostenuto negli ultimi anni. Tutto questo lavoro, tutti questi sacrifici, mettiamoli a disposizione di una nuova fase politica e di un confronto libero, forte, anche aspro, tra tutti e tutte noi.


Il mio ringraziamento finale è un ringraziamento per tutte le critiche, per tutti gli attacchi, per tutti i post, per tutti i messaggi nelle chat, per tutto quello che avete scritto per invitarmi a fare qualcosa di diverso di quello che avrei fatto. Vi voglio ringraziare perché se non ci fosse stato quello che io ho sempre considerato, dal mio punto di vista, un gesto d'amore per il PD - perché quando uno dice che qualcun altro dovrebbe fare diversamente da ciò che ha fatto lo fa perché ha a cuore questa comunità - mi hanno aiutato a diventare quello che sono mi hanno aiutato tante volte a capire dove ho sbagliato, dove potevo correggere alcuni aspetti della mia azione, dei miei comportamenti.


Sono diventato quello che sono grazie anche a tutto questo e io penso che sia stata per me un'occasione dal punto di vista personale di grandissima crescita. Se guardo com'ero sei anni fa e come sono oggi ripenso a tutte le battaglie che abbiamo combattuto insieme nella città e verso gli avversari, ma anche ai confronti che abbiamo avuto al nostro interno, penso che senza tutto questo non sarei arrivato dove sono ora ad essere la persona che sono ora. Senza questa comunità, senza la capacità nostra anche nelle difficoltà di rovesciare i pronostici, di rovesciare quello che sembra scritto.


Lo abbiamo visto ribaltando il risultato, non governavamo a Roma e oggi governiamo in Campidoglio, nei municipi, lo abbiamo visto in alcune battaglie che sembravano impossibili penso alle suppletive di Primavalle. I sondaggi due mesi prima che ci davano venti punti sotto e poi invece la battaglia, abbiamo vinto e io sono diventato anche parlamentare; e le altre battaglie insieme fino a quella che mi ha consentito poi di essere rieletto dopo le suppletive anche alle ultime politiche.


Vi chiedo adesso che non sarò più segretario nella nuova fase, ma continuerò a essere militante, a essere eletto in questo partito, a essere parte di questa comunità, di continuare a criticarmi, a stimolarmi, sempre a spingermi a migliorare ancora come avete fatto in questi anni perché penso che sia sempre fondamentale la sincerità e la franchezza e la stessa franchezza e sincerità avrò col nuovo gruppo dirigente, perché penso che così si debba fare in un partito democratico.


Però non dimentichiamo mai che il nostro obiettivo riguarda non solo noi, il Pd non è un fine ma uno strumento da mettere al servizio della nostra città, del nostro Paese, della nostra comunità e che i nostri avversari sono dall'altra parte della barricata, non sono in questa stanza, non sono le persone che anche con una posizione diversa dalla nostra si confrontano con noi. In questa ottica vi devo dire che c’è solo una critica che non mi sento di accettare, che mi dispiace molto. A mio avviso non è una critica che riguarda me, è una critica che riguarda tutte e tutti noi e che dobbiamo respingere tutti insieme. È quella di avere costruito in questi anni un partito che si, è stato in grado di raggiungere degli obiettivi, che si, è stato in grado di partecipare a dei risultati, che si, è stato non in grado di raggiungere altri obiettivi, che si, è stato non in grado di fare delle cose, dirsi questo è legittimo e giusto; però una critica particolare è inaccettabile quella di essere un partito troppo vicino all'amministrazione comunale, di essere un partito che sostiene troppo il Campidoglio.


Questa caricatura di noi, l’idea che siamo una cosa diversa da ciò che siamo dobbiamo rifiutarla e respingerla. Non facciamoci fare la caricatura dagli altri di ciò che siamo. Siamo meglio di come ci raccontano e ci descrivono ogni giorno. A Roma le elezioni le abbiamo vinte tutti e tutte insieme, noi e i nostri alleati, tutte le forze della coalizione. Il tema di come continuare a dare seguito a quella fiducia che abbiamo raccolto per raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati e creare le condizioni per vincere nel 2026 la dobbiamo affrontare tutti insieme.


Uniti possiamo svolgere questa funzione se siamo consapevoli anche della nostra forza, del nostro valore, di ciò che siamo e uniti possiamo essere determinanti nel sostegno che serve alla nuova segretaria nazionale, alla nuova segreteria nazionale, al Partito Democratico per costruire l'alternativa, l'argine a questo governo di destra, il più a destra nella storia della Repubblica. Lo stiamo vedendo in queste ore: la lettera dei sindaci sui migranti. C’è Roma. C’è una bella differenza che ci sia Roma a guidare i sindaci delle grandi città che si pongono da una parte della barricata quando invece il governo ci vuole fare scivolare dall’altro lato. La questione delle trascrizioni, eravamo in piazza. Prendersela con i diritti delle bambine e dei bambini. Qui non stiamo parlando di altro, stiamo parlando di prevedere diritti diversi per un bambino rispetto a un altro. Le scelte sul piano di ripresa e resilienza. Il rischio di perdere le occasioni fondamentali che grazie all’azione dei nostri governi abbiamo ottenuto in Europa, le risorse del RePowerEu per combattere il caro energia di oggi e domani, le risorse che servono per le opere fondamentali. E poi l'attacco politico ai comuni.


Domani sarò a Vicenza per sostenere la campagna elettorale di un giovane, bravo, coraggioso, consigliere regionale che si chiama Giacomo Possamai che concorre per diventare il sindaco della sua città perché ci sono le amministrative anche adesso, anche in importanti comuni della provincia di Roma e del Lazio. E di fronte alla forza nei comuni che ha il Partito Democratico ha sempre dimostrato abbiamo un governo che vuole cambiare le regole del gioco, cambiare le leggi elettorali, cancellare il ballottaggio, fare delle scelte solamente per occupare anche quelle caselle di potere. Non solo questo, penso l'importanza di avere un partito forte che sappia rilanciare una grande azione sulle grandi questioni strategiche, le vertenze che riguardano la Capitale.


Alla Camera in queste ore abbiamo depositato un'interpellanza urgente sulla vertenza Alitalia, il rischio della prospettiva per i lavoratori le lavoratrici, stiamo parlando della carne viva di migliaia di persone; le opere del PNRR per le infrastrutture, per i trasporti, per i grandi obiettivi della città; le risorse che mancano per la scuola, la sanità. Noi siamo la Capitale, siamo il cuore del Paese e lo siamo in un momento in cui il Paese sta andando nella direzione sbagliata. Dobbiamo avere la forza di resistere e indicare una direzione diversa.


Di fronte a questa sfida politica che è la sfida della nostra comunità, dobbiamo costruire la nostra fase congressuale. Una sfida della nostra città ed è una sfida del Paese. Il mio invito è a considerare questa occasione, una occasione in cui abbiamo l'onore e l'onere di confrontarci, di ragionare, di valutare quali possano essere le idee, le donne e gli uomini migliori da mettere in campo ma non permettiamo a nessuno di dividerci facendo di noi la caricatura di quello che non siamo perché questo sarebbe un danno per tutti.


Per portare avanti questo lavoro invito la direzione oggi ad aprire una discussione politica aperta, franca. Siamo qui insieme a Direzione, Assemblea, Segretarie Segretari eletti. Partiamo dal lavoro che abbiamo già fattobperché noi prima del rinvio per politiche e regionali avevamo già un regolamento e voglio ancora ringraziare i membri della commissione che ci hanno lavorato, chiaramente avevamo previsto una tempistica che deve essere rivista e ridotta per entrare dentro le finestre che sono state approvate unitariamente nella direzione di ieri.


Vi voglio dire una cosa. Siamo un partito e in un partito bisogna anche costruire un clima di fiducia e di collaborazione. Io ieri non ho neanche partecipato alla direzione regionale perché stavo combattendo un'altra battaglia. Avete visto in Parlamento, sul Def. Siamo riusciti a vedere la prima crepa in questa maggioranza: di 240 che dovevano essere, erano 195. Abbiamo costretto il ministro a venire a parlare in commissione ieri, oggi hanno dovuto rivotare cambiando delle piccole cose ma il dato politico è quello che conta. In realtà si stanno dimostrando incapaci non solo di rispettare quegli impegni che hanno preso in campagna elettorale ma anche di portare avanti le scelte sbagliate che stanno compiendo in Parlamento. È giusto che noi parlamentari siamo lì, a fare il nostro lavoro. Io ero lì ma il partito del Lazio ha fatto una discussione, un confronto. Partiamo da quel regolamento e dal lavoro che avevamo fatto come direzione romana naturalmente, riconvochiamoci, online, invito il presidente a riconvocare per il prossimo 4 maggio la nostra direzione. Svolgiamo in quella sede gli adempimenti congressuali previsti dal regolamento regionale che è stato approvato. Apriamo questa fase di confronto su tutto.


Io sono certo di una cosa. Se faremo questo congresso dedicando tutta l’attenzione che merita a quello che stiamo vivendo, a quello che sta succedendo intorno a noi, saremo in grado di costruire insieme a Roma un partito ancora più forte e più utile alla nostra città e al nostro Paese.


Buon Congresso a tutte e a tutti.



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